Che cos'è una malattia?
Dal Vocabolario Treccani : "... si intende per malattia un’alterazione transitoria e reversibile (...) concernente quei processi fisico-chimici, detti omeostatici, attraverso i quali l’organismo preserva la propria individualità in equilibrio dinamico con l’ambiente, e il cui fattore scatenante può essere occasionale, ambientale o interno all’organismo, nonché di natura fisica, chimica, organica, ereditaria o psicosomatica..."
Assenza di malattia significa benessere? Le risposta non è scontata.
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Stando alla definizione, sembrerebbe che qualsiasi alterazione dell'equilubrio dinamico che sussite tra un essere vivente e l'ambiente possa essere definita malattia.
Le " malattie del vigneto" infatti, si possono classificare in funzione dell'eziologia e poi a cascata in base all'agente patogeno: insetti, acari, nematodi, funghi, batteri, micoplasmi, virus...; oppure alla causa abiotica (mutazioni genetiche, stress ambientali, disordini nutrizionali, inquinamento o intossicazione da agrofarmaci).
Ma andiamo con ordine.
Fattori biotici
Quando pensiamo alle malattie siamo abituati ad immaginare il sistema immunitario animale, composto da varie categorie di anticorpi con maggiore o minore specificità rispetto ai patogeni, e dalle cosidette "cellule della memoria" che permettono all'organismo di rispondere con tempesitività alle infezioni, perchè sono in grado di immagazzinare informazioni circa i patogeni stessi ed il modo per eliminarli.
Ma quando si parla di piante?
E' esperienza comune che per gli animali sia naturale l'interazione costante tra ospite e patogeno, per le piante invece la normalità è l'assenza di malattia. Le piante non hanno un sistema immunitario, o per lo meno non simile al nostro. Quando un patogeno entra o tenta di entrare in una cellula vegetale può succedere che:
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- la pianta possieda un'immunità innata cioè una serie di difese passive pre-costituite che impediscono ai patogeni di aggredire le cellule. In questo caso l'interezione tra quello specifico ospite e quel dato patogeno (eterologo) è incompatibile. Infatti la vite non viene infettata da Monilia laxa ad esempio.
- il patogeno possieda dei fattori specie-specifici (effettori) che gli permettono di superare le barriere precostutuite della pianta ed entrare nelle cellule (è un ospite omologo e quindi l'interazione tra ospite e patogeno si dice compatibile). In questo caso, grazie ad una serie di proteine specifiche presenti sulle e nelle mebrane questo evento viene "sentito" dalla cellula che tenta di difendersi in modo attivo. ma generalizzato, cioè non specifico rispetto al patogeno (es: produzione di radicali dell'ossigeno, produzione di sostanze antimicrobiche dette "fitoalessine", morte cellulare programmata per isolare l'infezione ecc). E' l'immunità cellulare ed anche in questo caso è innata
- ci può essere compatibilità tra ospite e patogeno a livello di genere ma non di specie, ad esempio Plasmopara viticola infetta solo Vitis vinifera ma non Vitis labrusca
- ci può essere compatibilità a livello di genere, specie ma non di cultivar/razza, ne sono un chiaro esempio le nuove CV di vite selezionale per la loro resistenza a peronospora e oidio
- il patogeno abbia le caratteristiche per innescare la malattia e la pianta sappia difendersi proprio da quello specifico patogeno (risposta specifica).
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Com'è possibile se le piante non hanno un sistema immunitario dotato di cellule della memoria?
Si tratta di qualcosa scritto nei geni della specie o CV, perchè ospite e patogno si sono evoluti a stretto contatto. La risposta della pianta viene provocata dal patogeno al momento di ciascuna infezione, poichè i suoi fattori di virulenza vanno a colpire i recettori specifici della membrana della cellula vegetale che innescano i segnali intra ed intercellulari volti alla risposta specifica (Resistenza HOST).
Le reazioni sono locali:
- reazione ipersensibile (HR)
- produzione locale di radicali dell'ossigeno (ROS)
- attivazione di geni di difesa che codificano per proteine di difesa (PR)
- produzione di composti fenolici
oppure sistemiche (SAR):
- produzione di proteine che segnalano alle cellule vicine e lontane l'avvenuta infezione
- produzione di ormoni specifici (acido salicilico, etilene, acido jasmonico ecc)
Che ruolo possiamo avere in tutto questo?
L'entità della malattia è funzione della numerosità dell'inoculo e della rapidità con la quale la pianta mette in atto i meccanismi di cui sopra.
Noi possiamo curare le patologie cercando di distruggere i patogeni, possiamo stimolare le cellule e gli organi non ancora colpiti a RESISTERE difendendosi per arginare i danni, e possiamo agire attraverso la prevenzione attivando le difese dell'ospite suscettibile per risvegliarne la reazione in modo rapido e tempestivo. Per approfondire puoi leggere: "Benessere delle piante, come migliorare naturalmente la produzione".
Fattori abiotici
Le piante sono esseri viventi sessili, non si possono muovere alla ricerca delle migliori condizioni in cui vivere, e come leggiamo in "Che stress la primavera! Come l'ambente può influenzare il comportamento delle piante" gelate o sbalzi termici, eccesso di calore, siccità ed anche piogge eccessive provocano nelle cellule un accumulo di specie reattive dell’ossigeno (ROS) esattamente come abbiamo visto più sopra per quanto riguarda le risposte agli attachi patogenici.
Le reazioni delle piante agli stress ossidativi come questi, provocano la morte cellulare programmata che non è in questi casi funzionale all'estinzione di un patogeno, ma si ripercuote negativamente sulla produttività, in particolare lo stress ossidativo nella vite durante la fase di fioritura riduce significativamente il potenziale di allegagione.
Che cosa possiamo fare?
La prima cosa da fare è CONOSCERE. Conoscere il proprio territorio e le sue peculiarità, scegliere la giusta combinazione varietà/portainnesto, per massimizzare le caratteristiche del nostro vigneto ed evitare situazioni come questa.
In secondo luogo è opportuno OSSERVARE. Osservare come le nostre piante si comportano in risposta agli stress o in generale alle condizioni ambientali.
Alla fine saremo in grado di CAPIRE mettendo assieme conoscenze ed osservazioni, come aiutare le nostre piante a diventare RESILIENTI, raggiungendo uno stato di BENESSERE cioè un equilibrio dinamico ma stabile in tutte le condizioni.
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