Ci sono grappoli, a volte, maturi o quasi, che sembrano “appassiti”; gli acini risultano flosci e il rachide è secco, attenzione non sempre è peronospora: potrebbe trattarsi di berry shrivel o di sugar accumulation disorder oppure di disseccamento del rachide.
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Parecchie sono le varietà che risultano sensibili a questo disordine fisiologico (Merlot, Sauvignon, Cabernet Sauvignon e Franc, Nebbiolo, Marzemino, Refosco dal Peduncolo Rosso, Schioppettino, Lagrein, Ancellotta, Nosiola, Schiava, Teroldego, Tocai Friulano, Corvina, Raboso…) i cui sintomi si evidenziano all’invaiatura partendo da lesioni necrotiche brune sul rachide o su alcuni pedicelli (e non si tratta di black rot) che in seguito si estendono interessando specialmente la punta e le ali del grappolo o più raramente la totalità dello stesso. Gli acini distali appaiono appassiti ma in realtà sono immaturi (ricchi di acidi e poveri in zuccheri) proprio perché il loro metabolismo risulta bloccato. All’esame istologico i rachidi sintomatici, già prima del disseccamento, non presentano flusso floematico, ed è proprio questa loro incapacità di trasportare la linfa elaborata a causare la morte di tutti i tessuti a valle.
Gli studi fin qui condotti mettono in luce come non si possa parlare di una o più cause definitive del problema ma di fattori che influenzano positivamente o negativamente l’entità della fisiopatia, alcuni di questi spesso si sovrappongono.
Fattori legati al decorso meteorologico
- basse temperature durante la fioritura e l’invaiatura
- sbalzi termici durante tutta la stagione vegeto/produttiva
- importanti piogge durante l’invaiatura
E’ in particolare la disponibilità idrica del terreno ad influenzare in modo determinante la mobilità e l’assorbimento degli elementi nutritivi da parte delle piante .
Componenti connessi all’equilibrio nutrizionale e vegeto-produttivo
- eccesso di azoto già a partire dalla fioritura (spesso più evidente su vigneti giovani con equilibrio spostato verso il metabolismo azotato) che causa a livello microscopico un aumento del tenore di azoto ammoniacale nel floema (linfa elaborata) e sotto l’aspetto visivo di un eccesso di vigore
- carenze di magnesio e calcio o meglio rapporto potassio/magnesio(calcio) spostato verso il potassio, sembrerebbero peggiorare la situazione; sia che si tratti di scompensi strutturali (dovuti al tipo di terreno o al portinnesto) oppure derivanti da una nutrizione squilibrata (Ca e Mg scarsamente disponibili; mal assorbiti o eccesso di K) In situazioni di siccità il potassio, facilmente adsorbito dai colloidi del terreno, risulta scarsamente disponibile, nelle stagioni produttive molto piovose invece le piante incorrono facilmente in carenze di Mg poiché il potassio molto disponibile nella soluzione circolante viene assorbito in modo preferenziale
- combinazione portinnesto e varietà sensibile (es.: SO4 caratterizzato da minore vigoria rispetto ad altri portainnesti ma anche scarso assorbimento di Mg; oppure Kober 5 BB,125 AA al contrario predisponenti ad un elevata vigoria )
- terreni alluvionali sciolti con bassa percentuale di particelle fini (limi e argille).
La malattia del benessere
L’ eccesso di vigore va spesso a braccetto con l’insorgenza del disseccamento del rachide; si ritiene infatti che la motivazione biochimica alla base di questa fisiopatia risieda nell'elevato accumulo di azoto in forma tossica in organi non vitali per la pianta come i grappoli; questo azoto “libero”, come visto più sopra, è il risultato di una serie di squilibri metabolici nei quali un ruolo rilevante è giocato dal molibdeno componente essenziale di un enzima la nitrato riduttasi, necessaria per l’ assimilazione dell’azoto da parte delle piante.
Diversi studi, inoltre, hanno messo in correlazione la comparsa dei sintomi e la presenza di particolari fitormoni in germogli e grappoli. Infatti in situazioni di elevata vigoria e stress fisiologici che non di rado portano ad un allegagione insoddisfacente vengono maggiormente sintetizzati, negli apici vegetativi, alcuni particolari ormoni (auxine e gibberelline) i quali a loro volta, all’interno di un circolo vizioso, favoriscono le condizioni fisiologiche che aggravano l’insorgenza del disseccamento stesso.
Idee per affrontare il problema:
Imparare a gestire al meglio la combinazione CV-portinnesto, forma di allevamento e nutrizione; è la strategia che può fare la differenza,
ma come ?
- conoscere il proprio terreno a livello macro e microscopico: un’ ANALISI DEL TERRENO è quello che ci vuole per valutare sia la combinazione varietà-portinnesto più adeguata all’impianto che il piano nutrizionale in produzione;
- evitare tecniche produttive che sbilancino il metabolismo delle piante favorendo l’eccesso di vigore (eccessive concimazioni azotate, potature secche troppo drastiche e cimature e sfogliature intempestive);
- valutare un programma nutritivo ad hoc per le varietà sensibili al disseccamento
Alcune prove
Le prove condotte in Friuli dal Consorzio Colli Orientali e Ramandolo in collaborazione con ERSA FVG su Refosco dal pedunclo rosso; hanno evidenziato una correlazione positiva tra la concentrazione di potassio nei piccioli e nelle bacche e l’entità del danno da disseccamento, invece le correlazioni tra il magnesio ed il danno da disseccamento del rachide sono risultate scarse. Questo porterebbe ad ipotizzare che “è principalmente il più alto livello di potassio nei piccioli o nelle bacche, e non la minore concentrazione di magnesio, a scatenare il disseccamento del rachide.”
Efficacia dei trattamenti fogliari sulla riduzione del danno da disseccamento del rachide:
Da quanto visto dunque, in primavere fresche e piovose (es: 2010) sarebbe da preferire una concimazione a base di Mg (e Molibdeno) mentre in annate siccitose (2009-2011) data la sua minore disponibilità bisognerebbe fare più attenzione al potassio.
“Non potendo con certezza prevedere il decorso meteorologico dell’annata, sulla base dei risultati finora ottenuti, il trattamento preventivo con entrambi gli elementi minerali (magnesio e potassio), risulta essere l’unico rimedio agronomico applicabile al fine di ridurre l’incidenza della fisiopatia.” (F.degano et alii Disseccamento del rachide e concimazione fogliare)
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- Degano F., Paladin M., Bigot G.,(Consorzio tutela vini Friuli Colli Orientali e Ramandolo); Sivilotti P., Stocco M., Prete G., De Pauli P., Vicentini L.,(ERSA Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale); Porro D., (Fondazione Edmund Mach-S. Michele a/A, TN); 2013; Disseccamento del rachide e concimazione fogliare, VVQ “online” https://vigneviniequalita.edagricole.it/vigneto/nutrizione-concimazione/disseccamento-del-rachide-e-concimazione-fogliare/
- Zaninotti S. 2005 La nutrizione della vite