Dopo la potatura e la legatura, dopo il pianto, il germogliamento e la spollonatura la vite finalmente fiorisce... ma la fioritura sarà ottimale? I grappoli saranno abbastanza? Saranno ben distesi? I fiori si apriranno in modo omogeneo?????
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Scopriamo assieme quali sono gli elementi chiave per ottenere una buona fioritura del vigneto
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Nei vigneti in pre-fioritura, si notano talvolta sintomi di decolorazioni o ingiallimenti dei lembi fogliari riconducibili a carenze nutrizionali. Più che di vere e proprie carenze, in questa fase è più corretto parlare di squilibri dei rapporti tra i nutrienti, in particolare tra azoto e potassio e tra azoto e magnesio.
Una parete equilibrata in fioritura è un valore aggiunto per ogni viticoltore
Riuscire ad ottenere una fioritura omogenea ed uniforme è fondamentale per valutare al meglio le scelte agronomiche da effettuare nelle fasi successive.
Nella pratica di campo infatti, dopo la fioritura, iniziano le varie operazioni agronomiche di gestione della chioma; palizzature, sfogliature, cimature ecc. risulteranno più semplici e rapide se i germogli saranno il più uniformi possibili, della stessa altezza, e se tutti i grappoli saranno allegati.
Durante il periodo pre-fiorale, dopo aver usufruito delle sostanze di riserva utilizzate per il germogliamento, la vite inizia a costituire i nuovi tessuti dell’anno, ma il fabbisogno di nutrienti molto spesso diverge rispetto al tasso di assorbimento e alla redistribuzione degli stessi
L’elemento nutrizionale che più di tutti è chiamato a supportare questa crescita, ça va sans dire, è l’azoto.
Le viti dunque assorbono grosse quantità di azoto dal terreno e lo traslocano agli apici in rapida crescita. In queste condizioni vengono richiamati anche elementi come potassio (K) e magnesio (Mg), importanti per il metabolismo produttivo della pianta.
Se l’apparato radicale non riesce a soddisfare le richieste degli apici, per esempio a causa di asfissia da eccesso idrico, oppure forte siccità, qualità della frazione argillosa o/e tipo di portainnesto, questi elementi vengono mobilitati dalle foglie più vecchie che quindi manifestano i sintomi di carenza.
Ma che cos’è una carenza?
Le carenze sono dei segnali che le piante ci inviano per manifestare il loro stato di sofferenza e di ridotta “capacità di lavoro”.
Ciò implica che, se ad esempio la vite resta in evidente carenza di potassio per una settimana in allegagione, questo squilibrio si ripercuote fino alla vendemmia, non permettendo di ottenere i risultati sperati perché le uve che maturano con morbidezza ed equilibrio portano sempre ad una maggiore qualità in vendemmia soprattutto nell’equilibrio fra maturità tecnologica e polifenolica.
Gli elementi indispensabili per la vite in primavera
IL POTASSIO
Il potassio, com’è noto, ha un ruolo fondamentale nel determinare la qualità dell’uva in vendemmia, influendo positivamente sull’accumulo degli zuccheri nella bacca.
Esso tuttavia svolge ruoli fondamentali in molte fasi dello sviluppo vegeto produttivo delle piante:
- Regola l’apertura e la chiusura degli stomi (proteggendo le piante dallo stress idrico)
- È un promotore della fotosintesi
- Gioca un ruolo importante nella preparazione della fioritura.
Nella fase compresa tra il germogliamento e la fioritura, infatti, la vite assorbe circa il 35% della sua richiesta complessiva di potassio. Di potassio carenza parliamo anche nell'articolo dedicato allo Spring Fever.
Due sono i momenti in cui si verifica più spesso la carenza di potassio:
- Fioritura / allegagione, quando gioca un ruolo importante il rapporto tra K e N.
- Invaiatura, quando si verifica un picco di richiesta a cui spesso non corrisponde un adeguato approvvigionamento da parte delle radici.
IL MAGNESIO
L’altro elemento, il cui rapporto con l’azoto abbiamo detto essere determinante in pre-fioritura, è il magnesio.
Il suo ruolo è molto importante, perché risiede al centro della molecola della clorofilla ed è cofattore di diversi enzimi. La carenza si può manifestare pressoché in tutte le fasi fenologiche: in fioritura spesso è sovrapposta alla carenza di potassio, durante l’invaiatura è piuttosto frequente, in maturazione, se grave, può determinare una fisiopatia nota come “disseccamento del rachide”.
I sintomi si presentano sempre sulle foglie più vecchie con una decolorazione iniziale sul bordo della lamina che progredisce successivamente verso il “cuore” della stessa.
Le decolorazioni sono gialle per i vitigni a bacca bianca e rosse per quelli a bacca rossa con alcune eccezioni per certi vitigni con pochi antociani come il Sangiovese e il Nebbiolo. Lo stadio iniziale è facilmente confondibile con una carenza di potassio: in fioritura infatti, le due carenze si presentano frequentemente insieme a causa dei già citati squilibri con l’azoto.
IL FOSFORO
Parlando di clorofilla, fotosintesi clorofilliana ed energia, non possiamo tacere il ruolo del fosforo: macroelemento fondamentale per ogni vegetale, poiché riveste funzioni energetiche (compone la molecola dell’ ATP) e di struttura (fosfolipidi). Esso è implicato in tutte le funzioni metaboliche e cataboliche della vite, regola l’equilibrio primario della pianta, cioè l’equilibrio tra crescita vegetativa e riproduttiva.
Carenze nette di fosforo si osservano raramente, ma con una certa frequenza risultano delle sub carenze sia alle analisi fogliari in fioritura, che in quelle del picciolo all’invaiatura. È un elemento difficile da integrare per via radicale, perché nel terreno è poco mobile e in gran parte retrogradato dal calcio.
IL BORO
Un altro elemento fondamentale in primavera è il boro. È il microelemento più conosciuto in viticoltura perché aumenta la fecondità del granulo pollinico e quindi la produzione. Colatura, acinellatura verde, fioriture non omogenee, contenuto di boro nei mosti per aiutare il lievito in fermentazione ecc, sono i fattori di qualità più importanti influenzati dalla corretta dotazione in boro.
Le manifestazioni della carenza sono molteplici:
- Sintomi precoci: colpisce sia la foglia che il grappolino in formazione o in fioritura. Si verificano necrosi e mancanza di crescita, malformazioni e internodi raccorciati.
- Sintomi tardivi: sulla vegetazione in pieno sviluppo. Si notato ingiallimenti e arrossamenti internervali su foglia che si verificano in tutta la parete vegetale; gli apici vegetativi necrotizzano come fulminati. È probabile che si tratti di una mancanza di assorbimento che si trascina fin dalla primavera.
- Sintomi solo su grappolo (i più frequenti): arrecano importanti danni a qualità delle uve e quantità del raccolto. Si osservano fino alla vendemmia sia come “acinellatura verde” (acini che non maturano) che come mancanza dell’acino dovuta ad aborto del fiore (colatura).
Correggere tempestivamente le carenze, le sub carenze e gli squilibri nutrizionali significa ottenere redditi maggiori, dal momento che tutti i parametri produttivi del vigneto e delle uve ne traggono vantaggio. Questo spesso non è sufficiente per giungere al risultato sperato, bisogna agire sul metabolismo della pianta, equilibrando il rapporto tra spinta vegetativa ed impulso produttivo. Tutto ciò è possibile attraverso lo studio di piani di concimazione mirati che comprendano fertilizzanti e biostimolanti con funzione bioattrivatrice ed antistress come IMPULSIVE PREMIUM F (clicca sul nome e scarica la scheda tecnica).
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