Che strana questa primavera!
Sembrava partita e poi si è fermata, è ritornato il freddo e le piante che stavano germogliando si sono bloccate.
Ma è veramente così strana? e le piante in realtà come la pensano?
Il nostro contributo alla riflessione in questo articolo.
Tempo di lettura: 2 min.
Io sono Marzo che vengo col vento
col sole e l’acqua e nessuno contento;
vo’ pellegrino in digiuno e preghiera
cercando invano la Primavera.
…
Marzo 2021: una Primavera pigra, ventosa, molto luminosa ma, almeno nel nord Italia, poco o nulla piovosa; in ogni caso pittosto atipica.
Approfondendo le serie storiche dei dati meteorologici abbiamo riscontrato che il clima di quest’anno è molto simile a quello di 25-30 anni fa, quando le mattine con qualche grado sotto lo 0°C si sono protratte fino ad inizio Aprile.
Guardando dunque da una diversa prospettiva la singolarità apparente di questa primavera, forse possiamo considerarla anomala solo rispetto all’ultima decina d’anni.
In sunto le caratteristiche di questo inizio di stagione sono:
- forti sbalzi termici
- importanti escursioni giornaliere
- gelate tardive a macchia di leopardo
- luminosità intensa
- siccità protratta
Che cosa comporta questo per le piante?
- blocco o rallentamento dello sviluppo (specialmente in fase di fioritura ed allegagione)
- ritardo nell'evoluzione delle fasi fenologiche
- bassa produzione di foto-sintetizzati
- squilibrio nella sintesi di alcuni ormoni fondamentali (gibberelline e citochinine in particolare)
- stress idrico
Accogliamo questi fenomeni con la corretta PREOCCUPAZIONE ma senza ansia.
Preoccuparsi significa “occuparsi prima”, prevenire, cercare soluzioni a situazioni critiche ancora da venire.
Che cosa bisogna sapere e dunque come ci si può comportare date queste premesse?
Iniziamo CONSIDERANDO che gli stress abiotici determinano un’alterazione nella produzione di fitormoni che sfociano in difficoltà di sviluppo; inoltre spesso inducono danni ossidativi nelle cellule di tutti i tessuti delle piante.
Le piante presentano una sorta di orologio biologico che permette di “misurare il tempo” per sincronizzare i ritmi circadiani di movimento delle foglie in direzione del sole, apertura o chiusura dei fiori e anche rispondere adeguatamente al cambiamento delle stagioni.
Gli orologi biologici sono controllati da meccanismi endogeni (ormonali e non solo) ma si sincronizzano in base a fattori ambientali quali l’alternanza di luce e buio e la temperatura; i cambiamenti dell’ambiente quindi innescano nelle piante risposte che si esprimono in aggiustamenti della crescita, della riproduzione e di altre attività metaboliche.
Fotoperiodismo è la risposta biologica al cambiamento del rapporto tra ore di luce e buio nel ciclo giornaliero; in particolare è la lunghezza del giorni a determinare il momento della fioritura; così le piante brevidiurne fioriscono se il periodo di luce è minore di un certo numero di ore.
Tutto questo è indipendente dalla temperatura?
Non proprio; la risposta fotoperiodica infatti è molto precisa, ma è influenzata anche dalla temperatura in modo inversamente proporzionale: piante esposte ad una temperatura media più bassa richiedono più ore di luce per fiorire.
Oltre a questi meccanismi molto fini di regolazione del metabolismo; l’ambiente può influenzare le piante anche in senso negativo, in particolare gelate o sbalzi termici (forti escursioni giornaliere o periodiche tipiche dell’inizio della primavera), eccesso di calore, siccità ed anche piogge eccessive provocano accumulo di specie reattive dell’ossigeno (ROS: perossido di idrogeno, radicale idrossile ecc), che normalmente vengono prodotte durante alcuni processi fisiologici della pianta (es: germinazione, crescita delle radici, sviluppo del polline...) ma in condizioni ambientali sfavorevoli si accumulano nelle cellule a livelli tossici generando il cosiddetto stress ossidativo.
Le reazioni delle piante agli stress ossidativi provocano tra gli altri la morte cellulare programmata che si ripercuote negativamente sullo sviluppo delle piante e sulla produzione aumentando il gap tra produzione potenziale (raggiungimento del potenziale genetico) e produzione reale.
In particolare lo stress ossidativo nelle frutticole e nella vite durante la fase di fioritura riduce significativamente il potenziale di allegagione.
Per approfondire puoi leggere qualcosa a proposito della "febbre di primavera".
Una soluzione è possibile:
prevenire gli stress, lavorando sulle piante in modo da renderle più resilienti ed all’occorrenza più resistenti.
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